Viviamo in un contesto che vive di interconessioni sempre più rilevanti. Sono “interdipendenze radicali” (Escobar, 2018) tra esseri umani e tra umani con esseri “more than human”. Questa dimensione supera il focus sull’utente per considerare il sistema complesso di “stakeholder” umani e non umani che concorrono alle soluzioni dell’innovazione. Il Design Thinking rappresenta questa complessità, traduce le voci degli attori muti e silenziati (umani e non solo) e prototipa/abilita modi per ripensare soluzioni sostenibili. Anche grazie a tecnologie emergenti come l’AI, il Design Thinking può visualizzare, connettere, anticipare per organizzazioni e comunità.
• Cosa si può imparare da pratiche sempre più diffuse nei contesti urbani e nei processi di innovazione sociale per gli obiettivi delle organizzazioni?
• Quali artefatti, intesi come meme di una cultura specifica (spazi, dispositivi, “oggetti di scena”, soluzioni organizzative), possono favorire queste pratiche?
• Come costruire una “cultura” organizzativa che possa favorire pratiche sostenibili dell’innovazione?
Francesco Zurlo
Docente di Disegno Industriale alla Scuola del Design del Politecnico di Milano, dove insegna Sviluppo Nuovi Prodotti e Design Strategico e dei Servizi. È preside della Scuola del Design del Politecnico e direttore di Master presso POLI.design. È membro del Comitato Scientifico dell’ADI Index per il Compasso d’Oro. È anche autore di saggi sul design strategico, sul design per l’organizzazione e sulla gamification nei processi di innovazione.