A cura di:
Davide Rossi – Ricercatore Osservatorio Extended Reality & Metaverse
Claudio Conti – Ricercatore Senior Osservatorio Extended Reality & Metaverse
Spatial Computing, la definizione dell’Osservatorio
Come successo alla fine del 2021 a seguito del rebranding di Facebook in Meta, con l’entusiasmo venutosi a creare intorno al tema del Metaverso, lo stesso si sta osservando con lo Spatial Computing dopo il lancio ufficiale del visore di Apple, l’Apple Vision Pro. Tuttavia, in entrambi i casi, il grande interesse suscitato da tali tecnologie potenzialmente disruptive ha generato un’onda mediatica che ha portato molta confusione ed incertezza sulle reali definizioni di questi concetti.
Per questo motivo l’Osservatorio Extended Reality & Metaverse, come fatto per il Metaverso, si è posto l’obiettivo di fare chiarezza e sviluppare una propria definizione di Spatial Computing: “Lo Spatial Comping è una tecnologia che combina, ponendo sullo stesso piano, elementi digitali e spazio fisico, utilizzando sensori e dispositivi di localizzazione e visualizzazione. Lo Spatial Computing integra diverse tecnologie (dall’Intelligenza Artificiale, all’Extended Reality, fino all’Internet of Things) al fine di creare una forma di interazione fisico-digitale più coinvolgente e di grande impatto”.
Spacial Computing, l’origine del termine
A causa dell’hype attuale, il termine Spatial Computing potrebbe sembrare nuovo a molti, ma non lo è. Già nel 2003, infatti, il ricercatore Simon Greenwold, allora al MIT Media Lab, definì lo Spatial Computing come: “L’interazione umana con una macchina, in cui la macchina conserva e manipola i riferimenti a oggetti e spazi reali”. Secondo Greenwold, quindi, lo Spatial Computing non si riferiva solo a spazi tridimensionali, ma a qualsiasi ambiente elaborato da un computer che si appelli al senso umano dello spazio. In base a questa definizione, il concetto di spazio a cui fa riferimento la tecnologia di Spatial Computing può anche essere implicito ai dati raccolti, senza che l’interazione con l’utente sia necessariamente visiva o spaziale (l’esempio più semplice potrebbe essere una toilette con scarico automatico che rileva l'allontanamento dell'utente per attivare lo scarico).
L'evoluzione del concetto di Spatial Computing
Con il passare degli anni tale concetto è però evoluto e lo Spatial Computing è divenuto una tecnologia che permette di creare “ambienti” in cui la computazione non è confinata a uno schermo bidimensionale o a dei sensori, ma piuttosto distribuita nello spazio attorno all'utente.
È quindi facile comprendere come si tratti di una tecnologia in continua evoluzione, che si appoggia a un’ampia gamma di altre tecnologie (come l’AI per il riconoscimento e l’interpretazione degli oggetti presenti nel mondo reale) e fonde mondo fisico ed elementi digitali, consentendo agli utenti di interagire e comunicare in nuovi modi tra loro, oltre a fornire agli elementi digitali la capacità di navigare e comprendere in nuovi modi l’ambiente fisico.
Il reale valore aggiunto di tale tecnologia sarà evidente con quest’ultima generazione di dispositivi di Spatial Computing, che sta evolvendo sotto forma di visori indossabili dotati di fotocamere, scanner, microfoni e altri sensori integrati nel dispositivo e che fanno uso dell'Intelligenza Artificiale e delle tecnologie di Extended Reality.
Spatial Computing & Metaverso: qual è il legame?
Cercando di fare chiarezza su questi concetti abbiamo capito come la tecnologia di Spatial Computing consentirà a persone ed aziende di creare nuovi contenuti, prodotti e servizi che hanno uno scopo sia in ambienti fisici che virtuali, offrendo esperienze potenziate, in cui elementi fisici e virtuali si fonderanno, rendendo impercettibile il confine tra gli uni e gli altri.
Non sorprende, quindi, pensare allo Spatial Computing come una tecnologia chiave per lo sviluppo del Metaverso. Sebbene la strada verso la piena realizzazione del Metaverso sia ancora lunga, le ricerche dell’Osservatorio mostrano come le tecnologie di Extended Reality e i mondi virtuali siano già una realtà in rapida evoluzione, grazie anche al potenziamento di tecnologie correlate come lo Spatial Computing e l’Intelligenza Artificiale.
Tali tecnologie, infatti, stanno delineando uno scenario di interazione fisico-digitale ed esperienze immersive integrate tra online e fisico, secondo paradigmi non concepibili con le tecnologie attuali. Le vie di sviluppo dello Spatial Computing e del Metaverso stanno, quindi, cominciando a intrecciarsi, proiettando scenari futuri in cui la distinzione tra reale e virtuale potrebbe essere sempre più sfumata.
Spatial Computing: i casi applicativi
Già oggi, ad esempio, sono presenti soluzioni di Spatial Computing che si sposano perfettamente con logiche di Industrial Metaverse. Si tratta di use case che digitalizzano le attività di persone, macchine, oggetti e dell'ambiente circostante per identificare interazioni e relazioni significative in fabbrica e consentono di ottimizzare in modo costante e dinamico i processi e le operazioni per i lavoratori in prima linea in fabbrica, nei cantieri e in magazzino. Le funzionalità di analisi spaziale consentono infatti di esaminare i modelli di movimento e il tempo impiegato per i diversi passaggi allo scopo di ottimizzare in modo costante e dinamico il processo.
Un altro esempio pratico riguarda l’utilizzo della tecnologia di Spatial Computing nel settore Healthcare. L’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “Rodolico-San Marco” di Catania ha portato a termine diversi interventi agli occhi usando il dispositivo Vision Pro di Apple nelle ultime settimane. Il visore, infatti, offre tanti vantaggi durante l’operazione: permette di sovrapporre le fotografie preoperatorie del paziente direttamente sul campo visivo, per poter confrontare le manovre chirurgiche con l’anatomia vergine e, nel caso di alcuni interventi, è possibile visualizzare l’elenco degli step chirurgici da seguire passo-passo.
Inoltre, stanno nascendo diverse applicazioni per l’ambito consumer: dai giochi che combinano elementi digitali al mondo reale, rendendo le esperienze degli utenti più coinvolgenti e interattive, alle applicazioni che permettono di vivere le competizioni sportive (es. NBA) come se si fosse allo stadio, fino a soluzioni che consentono di visualizzare film e serie TV su schermi virtuali comparabili a quelli del cinema, ma all'interno della propria casa.